Pianeta. La sfida del secolo

Offriamo alcuni spunti per vivere in modo consapevole la vita di tutti i giorni con la Famiglia nel mondo (cfr. NOI famiglia & vita ottobre 2019).

TECNOLOGIA 

Lo smartphone non è usa e getta

Anche la corsa allʼultimo modello di smartphone ha un costo ambientaleelevato. La durata media di un telefono cellulare, in Europa, è di tre anni. Una tendenza consumistica ai limiti dellʼusa e getta per un dispositivo che potrebbe e dovrebbe durare molto di più. Lʼobsolescenzaprogrammata oltre a pesare sulle tasche del consumatore innesca un dispendio elevato di energie e risorseimpiegate per la produzione e la distribuzione di nuovi prodotti e per losmaltimento di quelli vecchi. LʼEuropean environmental bureau ha da poco pubblicato un rapporto sullʼimpatto climatico dei principaliprodotti di elettronica domestica (notebook, ma anche lavatrici easpirapolvere): il documento dimostra che allungando la durata dei principali apparecchi di un anno soltanto rispetto all ʼattuale media, si risparmierebbero, in Ue, emissioni di carbonio pari a quelle di 2 milioni di automobili ogni anno. Se gli anni di vita in più fossero 5 si eviterebbero quasi 10 milioni di tonnellate di CO2 lʼanno entro il 2030 (o le emissioni di 5 milioni di auto). Ma il costo più alto di smartphone e tablet è quello umano: i circuiti utilizzati per la produzione di strumenti high-tech ‒ da tutti i produttori ‒ sono ricavati dal coltan, minerale raro raccolto in modalità primitive e senza una paga adeguata nelle miniere africane, in particolare del Congo.

 

COMPATIBILITÀ 

La sfida alla plastica si può vincere

È una strada impervia ma è una sfida da vincere, e il momento è adesso che è esplosa la campagna ambientale di maggiore successo e più socializzatadel secolo: dire no alla plastica. Gli effetti del polimero sulla flora e sulla fauna, marina e terrestre, sono sotto i riflettori. Così come gli sforzi di molte aziende e imprese di eliminare lʼusa e getta (anche prima della legge da recepire entro il 2021): Sforzisostenuti anche dal ritornoeconomico e di immagine. È su questo che può far leva il singolo consumatore, preferendo imballaggiecosostenibili, anche se più cari: per la legge di domanda/offerta puntare al plastic free dovrebbe portare più velocemente alla sparizione dellamaggior parte della plasticamonouso. Con una consapevolezza: i maggiori produttori di plastica al mondo sono aziende petrolifere. Di fatto è impossibile fare la spesa nella grande distribuzione senza tornare a casa con innumerevoli imballaggi di plastica. E di plastica sono la maggior parte dei giocattoli, e gli utensili da cucina. Ma il tetrapack ha minori costi ambientali, già molte confezioni sono biodegradabili, e si possono premiare i rivenditori di merce sfusa (ancora pochi). I giocattoli vanno donati, riciclati e, nellʼacquisto, meglio quelli in legno o materiali naturali. Lo spazzolino da denti? Quello amico dellʼambiente è in bambù.

 

MOBILITÀ 

Al lavoro senzʼauto Sì agli sharing elettrici

LʼItalia è un poʼ in ritardo, ma molte città stanno progressivamente aumentando i chilometri di pisteciclabili. Se gli spostamenti quotidiani (scuola, ufficio, ecc.) lo permettono usare la bici o un sistema integratocon i bike sharing cittadini permette un notevole risparmio di emissionirispetto non solo allʼauto ma anche alla moto, e costituisce attività fisica.Anche andare a piedi, se le distanze sono percorribili, è una scelta di salute e di sostenibilità ambientale.Stili di mobilità  slow che se “rubano”tempo (non sempre: la bici è spesso ilmezzo più veloce per attraversare i centri storici) regalano però lʼopportunità di riappropriarsi del quartiere. Veicoli elettrici (auto, moto e i più recenti monopattini, specie nella versione della condivisione pubblica) possono essere una soluzione allʼemissione di inquinanti e polveri sottili. Lasciare a casa lʼauto per prendere i mezzi pubblici, soprattutto se lʼauto è occupata dal solo conducente, è rispettoso dellʼaria, snellisce il traffico e dunque non richiede altre distese di asfalto e limita lo stress da guida. Un futuro sostenibile prevede iniziative o incentivi da parte di aziende e imprese per offrire ai dipendenti lʼalternativa all ʼauto privata.

 

ABBIGLIAMENTO 

La vera moda è il risparmio

Lʼambiente lo salva anche un armadio ben studiato, con pochi capi, in fibrenaturali e durevoli. Lʼimpattodellʼabbigliamento sull ʼambiente ha più facce: le emissioni di gas serradelle industrie (circa il 10%), lʼinquinamento idrico per i processi di tintura, il consumo di acqua per un solo capo come un ‘semplice’ jeans (vedi al box ‘risorse idriche’ della pagina precedente). La t-shirt più basica può nascondere dietro la sua fabbricazione rischi per la salute non solo di chi lʼha fatta ma di chi la indossa (colori, stampe, ammorbidenti e soluzioni antimuffacausano allergie e irritazioni). Cʼè poi il problema delle microplastiche rilasciate dai tessuti sintetici in lavatrice: sfuggono alle maglie dei depuratori e si disperdono nellʼambiente. Lʼacquisto di capi infibre naturali è il primo passo, da fare. Ma quello successivo è ridurre lʼacquisto stesso. Riciclo e riuso dei vestiti sono una risposta etica e vantaggiosa per lʼambiente e le tasche. In molte città si trovano ormai soluzioni sostenibili per bambini e adulti (usato, scambio). Le case di moda studiano tessuti ecologici, ma il consumismo che è insito nella moda stessa impone lʼacquisto di un eccesso di capi, che spesso finiscono nella spazzatura dopo una sola stagione. Molti brand ritirano lʼusato per smaltirlo correttamente, dietro il rilascio di un buono per nuovi acquisti: è un inizio, ma occhio ai consumi.

BOTTIGLIE 

Una borraccia sempre con sé

No, no si rischia che le borracce siano il rifiuto del futuro: se la borraccia è di acciaio inossidabile non solo sarà duratura nel tempo, ma anche riciclabile al 100% (lʼacciaio è il materiale più riciclato del mondo). Avere con sé una borraccia da riempire (dai rubinetti di casa, fontane, case dellʼacqua o al bar) permette di risparmiare 80 grammi di C02 per ciascuna bottiglietta di plastica non acquistata. Piccoli numeri che fanno la differenza se applicati su larga scala. La sfida allʼacqua confezionata in bottiglia di cui lʼItalia è il terzo (terzo!) consumatore al mondo, è appena iniziata. In molte scuole, uffici, locali ormai la borraccia personalizzata è realtà. Bottiglie e lattine di alluminiocostituiscono la maggior

parte dei rifiuti che finiscono in mare. Una bottiglia di plastica impiega tra 100 e mille anni per biodegradarsi, producendo le microplastiche oggi presenti nellʼorganismo di quasi tutti gli esseri viventi (esseri umani compresi). Per lo scienziato Richard Thompson, che ha lanciato il termine “microplastiche”, «negli ultimi trentʼanni non cʼera mai stata una simile convergenza di intenti tra scienziati, aziende e governi. Possiamo davvero mettere a posto le cose».

 

RIFIUTI 

Raccolta differenziata e riparazioni

Oltre ad essere un obbligo di legge in tutti i Comuni, la raccolta differenziataè uno di quei gesti che, entrati ormai nel quotidiano, sono davvero utili allʼambiente. E ogni cestino che teniamo in casa ha il suo valore: la carta che va a riciclo fa risparmiare alberi, energia (per la carta riciclata servirà il 60% in meno rispetto allacarta vergine), e acqua (lʼ80% in meno). Vetro e alluminio sono materiali altamente riciclabili e a costi convenienti rispetto a quelli damaterie prime, lʼItalia è in prima fila e potrebbe fare ulteriori passi avanti(come differenziare il vetro per colore). La frazione umida è importante: una famiglia getta inmedia 85 chili di cibo all ʼanno e se non compostati incidono sui gas serra. Anche la plastica ha buonepercentuali di riciclo

quando viene smaltita correttamente, ma il problema è che processo di riciclo ha un costo superiore a quello di fabbricazione da materie prime e il materiale si depaupera, non potendo perciò essere riciclato allʼinfinito. Gli imballaggi sono i soli riciclabili. La plastica dura (tutto ciò che non è imballaggio, ad esempio giocattoli, tubi, sedie, teli, ciabatte, pennarelli…) non rientra nella filiera del riciclo ed è normalmente destinata agli impianti di termovalorizzazione (quindi con danno ambientale). Meglio, ove possibile, riparare o riutilizzare lʼoggetto da buttare. Lʼideale è fare di tutto per utilizzare meno plastica.

RISPARMIO

Elettrodomestici A+++ (e un prato sul tetto) 

Lampade a Led, elettrodomesticiintelligenti, pannelli solari: quando si rinnova un appartamento è ormaipossibile fare scelte consapevoli. Lavatrice, lavastoviglie, forno e frigorifero in classe energetica A+++ possono far risparmiare energia (e bolletta) fino al 60% rispetto a un elettrodomestico in classe A (classedi efficienza minima per la gran parte della strumentazione in vendita). Ci sono poi accorgimenti che aiutano a non sprecare potenza inutilmente,come il più classico dei gestI: spegnere le luci quando si esce da una stanza. Ma anche non tenere aperto a lungo il portellone del frigo,pulire la serpentina (la polvere fa sprecare il 30% di energia in più),riempire il freezer, cambiare le lampadine di casa che si accendono più spesso con quelle a risparmioenergetico. I pannelli

solari sono sempre più diffusi e facili da installare, collegandoli alla caldaia di casa. Consentono di scaldare un terzo dell ʼacqua che utilizziamo. Un intervento che può sembrare estremo ma che in alcune parti a Nord del globo si pratica su molte case contadine è far crescere il prato sul tetto: garantisce isolamento (la casa sarà più fresca in estate e più calda dʼinverno) e migliora la qualità dellʼaria.

 

EMISSIONI 

Meno aerei, viaggi slow (in treno e bici)

Le vacanze sono vicine, cʼè voglia di andare «in posti caldi» (come se di caldo non ne facesse già abbastanza), e le offerte delle compagnie aeree arrivano ogni giorno via email. Perché non prenotare un bel “viaggetto” dallʼaltra parte del mondo? Forse perché gli aerei, tra CO2 emessa ed effetti riscaldanti delle scie di vapore congelato (che riflettono in calore verso la Terra) sono responsabili per il 15% del cambiamento climatico. Spesso prendere un aereo è una necessità (per motivi di salute o familiari), ma è possibile limitare i viaggi dʼaffari (a volte non basterebbe una conference-call?) e soprattutto quelli di svago. In attesa degli aerei del futuro (si stanno studiando modelli più aerodinamici e con una portata maggiore di passeggeri a parità di consumi) si potrebbero valutare vacanze in luoghi raggiungibili in treno o con tragitti brevi. O pensare al cicloturismo e ai cammini: proposte slow che stanno prendendo sempre più piede. Gli italiani sono avvantaggiati, con tanta bellezza da scoprire in ogni angolo di territorio. Se però per qualcuno lʼidea di vacanza è solo in un villaggio con spiaggia deserta ai tropici, o è visitare città del mondo molto lontane, prenda pure lʼofferta al volo, consapevole della propria impronta ecologica: il contributo alla sparizione di quella stessa spiaggia esotica.

RISCALDAMENTO 

Abbassare il termostato e mettere i doppi vetri

La temperatura consigliata in un ambiente domestico per avere unʼaria salubre è 19°C. Trovare un compromesso nelle fredde giornate invernali e non esagerare con il calore è un modo semplice di risparmiare energia e denaro (il riscaldamento pesa per il 75% sulla bolletta energetica): a ogni grado di diminuzione sul termostato corrisponde un 10% in meno da pagare. Attenzione a stufe a legna e caminetti: sono indispensabili una corretta manutenzione e lʼuso di sola legna asciutta o pellet per non emettere sostanze inquinanti e dannose: in Trentino Alto Adige lʼ80% delle emissioni di Pm10 sono dovute alla combustione dei piccoli impianti domestici. Se le moderne caldaie offrono soluzioni innovative, isolare lʼappartamento è unʼaltra buona prassi per non disperdere calore. Il 20% circa si disperde dai vetri singoli, e vecchi infissi. Rifare gli infissi e mettere i doppi vetri è una spesa che si ammortizza nel tempo, con un notevole risparmio energetico, e un beneficio per lʼambiente (il riscaldamento domestico tradizionale inquina più dei mezzi di trasporto). Gli infissi meglio se in legno: quelli in pvc o alluminio richiedono per la lavorazione metodi inquinanti, e non sono riciclabili.

 

RISORSE IDRICHE 

Ottanta litri dʼacqua posson bastare

Il fatto che i consumi mondiali di acqua alimentino per il 70% lʼagricoltura e per il 20% lʼindustria, non deve far minimizzare lʼimpatto dellʼuso domestico, che copre una percentuale minore (un decimo del totale). Nei Paesi occidentali una persona utilizza in media 162 litri di acqua al giorno, di cui 80 per lʼigiene personale e 24 per la nutrizione, ma è stato calcolato che si potrebbe benissimo dimezzare la quantità dʼacqua che usiamo quotidianamente. Come? Con piccoli gesti come preferire una doccia veloce al bagno in vasca, non lasciare scorrere il getto mentre ci si insapona, come mentre si spazzolano i denti, scegliere per i rubinetti un miscelatore aria/acqua e sostituire i rubinetti che perdono, non riempire il bollitore al massimo per una tazza di tè, prediligere i cicli brevi di lavatrice lavastoviglie e sempre a pieno carico, lavare frutta e verdura in ciotola con il bicarbonato anziché sotto lʼacqua corrente. E se ci auto discolpiamo pensando che i consumi casalinghi siano irrisori e che i veri idrovori sono allevamento e industria tessile, ricordiamo che esistono scelte di consumo critiche: perché una bistecca arrivi sul piatto servono più di 4.500 litri dʼacqua, e per un solo jeans, specialmente per quelli con lʼeffetto invecchiato (i cosiddetti stone washed), se ne possono consumare perfino 13mila litri.

 

CONSUMI 

Staccare la spina e spegnere i condizionatori

Tv, pc, wi-fi. Quanti di questi oggetti tecnologici sono continuamente accesi in casa? Mai pensato di«staccare la spina», soprattutto quando si è fuori casa, in viaggio o non si usano gli elettrodomestici? È il cosiddetto unplug che lʼOnu propugna per risparmiare energie, e doverne produrre meno. Tra i principali mezzi di consumo ci sono i condizionatori dʼaria. La Laudato Si ʼ li inserisce fra le «abitudini nocive di consumo». Case e uffici, negozi e luoghi pubblici: nessuno sfugge alla tentazione del condizionatore, specialmente da quando i mesi estivi sono diventati particolarmente torridi e si desidera contrastare le alte temperature, anche solo per dormire meglio (e pensare che secondo i modelli climatici la Terra dovrebbe trovarsi in un periodo di raffreddamento!). Quindi: fa caldo e si usano i condizionatori, ma questi sono responsabili dellʼaumento del calore esterno (perfino un piccolo impianto produce la metà delle emissioni domestiche). Non fanno eccezione i modelli ‘a basso consumo’. Più volte questo circolo vizioso è messo sotto accusa, ma le normative per limitare lʼabuso dei sistemi di condizionamento sono irrilevanti. State cercando conferme sullo smartphone? Anche quello consuma. Il pc? Assorbe energie anche da spento. E il tablet utilizza il 10% di energia anche quando è in stand by.

 

ALIMENTAZIONE 

Ridurre carne e latticini Sì alla spesa a Km 0

Si parla molto dei combustibili fossili, e meno dellʼindustria della carne. Ma lʼimpatto degli allevamenti intesivi è pari, se non superiore, a quello dei carburanti: si stima che contribuisca alle emissioni di gas serra per una percentuale che va dal 30 al 50% e oltre. I calcoli comprendono anche gli effetti della deforestazione (il business dellʼallevamento è responsabile del 91% degli incendi amazzonici), il consumo di acqua (un terzo di tutta lʼacqua potabile utilizzata dall ʼuomo) e la produzione di metano dovuta allʼapparato digerente del bestiame. Sul pianeta ci sono circa trenta animali allevati a scopo alimentare per ogni essere umano. Davvero necessitiamo di tutta questa carne, e di tante uova e latticini? Il sospetto è che siano da rivedere il modello di consumo e quello della grande distribuzione. La dieta mediterranea fa ancora da scudo a unʼalimentazione «estrema», ma incombe il modello americano. Mangiare meno hamburger (e in generale meno carne, uova e latticini) è forse una raccomandazione impopolare, ma necessaria. «Il nostro modo di mangiare è estremo» (Jonathan Safran Foer) ma lʼalternativa cʼè: mangiare più legumi, semi, cereali, frutta verdura a chilometro zero. I consumatori hanno un peso decisivo nel regolare il meccanismo di domanda e offerta.